Cina-Italia, la cooperazione non si ferma| Alberto di Minin (Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa-Chongqing) | Stabilire con la Cina un contatto intenso, umano, anche dal punto di vista personale e non solo scientifico

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La Scuola Superiore Sant’Anna è un istituto universitario pubblico a statuto speciale, che opera nel campo delle scienze applicate: Scienze economiche e manageriali, Scienze Giuridiche, Scienze Politiche, Scienze agrarie e biotecnologie vegetali, Scienze Mediche e Ingegneria Industriale e dell’Informazione. Grazie al suo carattere internazionale, alla formazione di eccellenza e alla comunità scientifica, la Scuola Superiore Sant’Anna si è affermata come punto di riferimento in Italia e all’estero. Nel 2007, ha inaugurato il Galileo Galilei Italian Institute nel presso la Chongqing University, che rappresenta oggi un punto di riferimento nel centro della Cina non solo per la diffusione della lingua e della cultura italiana, ma anche per la promozione degli scambi accademici e del trasferimento tecnologico.

 

L’intervista è di Alberto di Minin, Professore di Innovation Management, Direttore del Galileo Galilei Institute a Chongqing e dell’Istituto Confucio a Pisa.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”9125″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

La Scuola Sant’Anna di Pisa è presente a Chongqing da alcuni anni, quali sono i principali risultati nell’ambito accademico e sul trasferimento tecnologico?

L’istituto Italiano Galileo Galilei è stato fondato nel dicembre del 2007 ed è il risultato di un accordo di cooperazione internazionale tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Chongqing University che è stato firmato ufficialmente nel 2004 durante la visita dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi in Cina. L’Istituto è da allora ospitato presso il campus principale della Chongqing University, diretto da un professore della Scuola Sant’Anna con uno staff misto cinese-italiano. Dalle sue origini, l’Istituto Galilei ha ampliato e diversificato le sue attività che ora vanno avanti da più di 12 anni. Nel 2017 sono stati infatti celebrati i 10 anni di vita dell’Istituto e siamo entrati nella seconda decade di vita dell’Istituto con grande entusiasmo.

Lei è il direttore dell’Istituto, quali saranno le prospettive del dopo covid-19? Come cambierà l’impostazione del progetto?

La crisi dovuta allo scoppio dell’emergenza covid-19, come sapete, è partita dalla Cina e poi si è diffusa in Europa e in tutto il mondo. A gennaio 2020, nei giorni drammatici di Wuhan, il nostro staff era per fortuna al sicuro sia in Cina che in Italia. Grazie alle nuove tecnologie, il nostro ufficio ha continuato ad operare in smart working anche dall’Italia, siamo stati operativi, abbiamo continuato a realizzare pubblicazioni e riunioni con tutto lo staff. Nelle prime settimane di Covid, quando la Cina era il centro della pandemia, l’Istituto ha manifestato come ha potuto la propria vicinanza e solidarietà; nelle settimane successive è stato veramente toccante vedere i nostri amici cinesi spendersi per cercare di aiutarci con l’invio di materiali sanitari che abbiamo poi da qui distribuito per chi in Italia ne aveva più bisogno e combatteva in prima linea la pandemia. Posso dire che i principali progetti di collaborazione scientifica sono stati rivisti in accordo con i partner cinesi, ma anche da lontano siamo riusciti a mantenere aperti i principali cantieri e siamo pronti a mettere in pista tante nuove sfide con il supporto della Scuola Sant’Anna e, soprattutto, dell’Istituto di Management.

Perché oggi consiglierebbe ad un giovane ricercatore o uno start upper come si suol dire di svolgere un periodo di specializzazione in Cina?

Sicuramente il sistema universitario cinese è molto complesso ed esistono, come del resto in tutto il mondo, alcuni casi di eccellenza come alcune università a Pechino e Shanghai, o di altre realtà che stanno investendo molto per emergere sia sul piano nazionale che nel contesto asiatico. Chongqing, a mio giudizio, è una delle città più complesse e affascinanti della Cina e la città, come il resto del Paese, cresce fortissima nell’ambito della ricerca con un focus particolare sull’innovazione tecnologica, le cui applicazioni possono permettere e permetteranno alla Cina di continuare questo grande balzo in avanti nella competizione globale. Studiare in Cina è sicuramente un’esperienza che offre numerose opportunità e stimoli; per quanto riguarda la nostra collaborazione con Chongqing, possiamo dire che lo staff di ricerca che è passato per il Galilei così come i nostri studenti che si sono recati a Chongqing per periodi più o meno lunghi, sono stati sempre molto soddisfatti, soprattutto sono tornati in Italia con nuove conoscenze e con una visione più completa del mondo. Grazie all’Istituto Galilei supportiamo costantemente le delegazioni di professori e ricercatori in visita a Chongqing e alla Chongqing University, organizziamo qua a Pisa corsi e seminari in collaborazione con tanti esperti con cui ci piace dialogare e condividere l’idea che sia impossibile smettere di imparare cose nuove sulla Cina. Abbiamo diversi progetti di ricerca congiunta in rampa di lancio e condividere sempre di più dati e protocolli di ricerca renderà sempre più intenso lo scambio sia nelle scienze sociali sia nelle scienze sperimentali. L’importante è stabilire con la Cina un contatto intenso, umano, anche dal punto di vista personale e non solo scientifico. Non si può fare a meno della Cina nel 2020 e la Cina senz’altro ha molto bisogno di noi e della nostra collaborazione.

Quali sono i servizi che l’Istituto Galilei può mettere a disposizione?

L’istituto Galilei offre numerosi servizi; intende agire sostanzialmente da piattaforma utile al Sistema Paese, quindi non solamente alla Scuola Sant’Anna, per dialogare con successo con la Chongqing University e le istituzioni locali sia quelle cinesi che italiane. Il nostro staff presso la Chongqing University ha costruito negli anni un rapporto di fiducia e di intenso scambio con i vertici amministrativi, accademici della Chongqing University che è la principale università di Chongqing e, quindi, una delle principali nell’ovest della Cina, questa regione che rappresenta il cosiddetto “quarto motore” della crescita cinese. Il Galilei, si è inserito dall’inizio fin da subito nel Sistema Italia a Chongqing, l’ha visto crescere, svilupparsi e oggi collaboriamo tantissimo sia con il Consolato Italiano che con la Camera di Commercio Italiana che con le aziende e gli italiani che vivono in città. Oltre al coordinamento delle attività legate alla cooperazione accademica, organizziamo in loco diversi eventi culturali, seminari, lezioni di italiano, scriviamo articoli e storie sulla città di Chongqing che pubblichiamo sul nostro sito e sui nostri social occidentali e poi tramite i media cinesi. In questi mesi stiamo lavorando alla realizzazione di un libro fotografico che racconterà persone e luoghi della città. Un progetto affascinante perché è un progetto multiculturale che cerca di coniugare sia il punto di vista dell’expat che quello della comunità cinese locale. È un po’ il nostro contributo per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei rapporti diplomatici Italia-Cina. Siamo a disposizione nel caso foste interessati ad entrare in contatto con la Chongqing University, con l’Itituto Galilei e con la città di Chongqing, una realtà che secondo me, saprà sorprendere anche voi e che giocherà un ruolo sempre più importante e centrale nelle dinamiche cinesi.

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