Cina-Italia, la cooperazione non si ferma| Laura Morgagni (Cluster SmartCommunitiesTech)|Il 2020 porterà un’ulteriore intensificazione dei programmi di cooperazione scientifica e tecnologica tra l’Italia e la Cina

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Laura Morgagni – Segretario Generale Cluster SmartCommunitiesTech
Torinese laureata in ingegneria gestionale, è direttore della Fondazione Torino Wireless, ente dedicato allo sviluppo e all’innovazione delle imprese e degli enti pubblici del Piemonte. Dal 2013 è anche Segretario Generale di “SmartCommunitiesTech”, il Cluster Nazionale con oltre 150 partner territoriali, industriali e di ricerca che collaborano allo sviluppo di progetti di innovazione per la gestione di aree urbane e metropolitane.

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Quali sono le principali collaborazioni che il Cluster Smart Communities Tech ha intrapreso con interlocutori cinesi?
Il Cluster continua il contatto con i partners cinesi, scambiando informazioni e news sull’attuale situazione in entrambi i Paesi e su cosa stanno facendo le aziende e gli enti istituzionali per supportare l’emergenza.
In particolare, il Cluster è in costante comunicazione con il Beijing Zhongguancun Haidian Pioneer Park, con cui ha siglato un accordo di collaborazione all’inizio di quest’anno, in seguito all’incontro avvenuto lo scorso novembre a Pechino durante la Settimana Cina-Italia della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione. Una delle aziende insediate al parco, Infervision, ha sviluppato una soluzione di intelligenza artificiale che permette una diagnosi precoce e il monitoraggio di polmoniti da Covid-19 usata a Wuhan e anche a Roma (https://www.corrierecomunicazioni.it/tech-zone/intelligenza-artificiale-modello-wuhan-al-campus-biomedico-di-roma/). Invece, con Invest Hong Kong, altro partner del Cluster, si sta sviluppando un percorso di informazione e divulgazione nei confronti delle start up italiane su incentivi economici e programmi di incubazione a Hong Kong.

Quali sono i temi più rilevanti per la cooperazione italo-cinese nel vostro settore?
Attualmente, le tematiche principali sono lo scambio di buone pratiche e di potenziali soluzioni per supportare l’emergenza Covid-19, insieme alle possibilità di supportare lo sviluppo di proposte progettuali e di collaborazione tra i membri del Cluster e aziende ed enti cinesi.
Tra le diverse attività che il Cluster porta avanti c’è anche quella di mantenere i contatti con i partner cinesi, conoscere la loro situazione attuale, al fine di trovare potenziali opportunità per le aziende ed enti italiani per essere pronti a supportare nuovamente l’avvicinamento alla Cina, una volta che l’emergenza sarà contenuta.

Il 2020 celebra il 50° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, come cambierà la cooperazione con la Cina dopo questa emergenza?
In generale, e nello specifico nell’ambito di riferimento del Cluster Smart Communities, riteniamo non ci sarà un cambio di direzione nella cooperazione bensì un’ulteriore intensificazione dei programmi di cooperazione scientifica e tecnologica tra l’Italia e la Cina, consci che entrambi i Paesi possano davvero beneficiare di un maggiore livello di ricerca, anche congiunta. Se la Cina può mettere a vantaggio della cooperazione la propria capacità di pianificazione di medio – lungo periodo e l’eccellenza in numerosi campi tecnologici (tra cui le telecomunicazioni, l’uso di sistemi di AI in molti settori come in quello della diagnostica avanzata, l’uso di droni in ambito sicurezza e mobilità), altrettanto si può dire possa fare l’Italia, in termini di pianificazione urbana e urbanistica, di attenzione allo sviluppo armonico delle comunità e dei servizi associati (mobilità intelligente e sostenibile in primis), di gestione innovativa di dati ed open data per il settore pubblico; con grande attenzione alla protezione dei dati dei privati, di gestione di edifici e di quartieri “zero energy”, di sviluppo di progetti e iniziative di economia circolare.
Anche nell’ottica di garantire davvero e in “near real time” la condivisione di conoscenze e competenze che, purtroppo, durante questa emergenza Covid si è rivelata esser uno dei talloni d’achille di questo sistema non totalmente globalizzato, auspichiamo che si possa aprire una nuova era di maggiore e intensa cooperazione, dotata di adeguate risorse dedicate allo sviluppo di progetti congiunti e con la dovuta attenzione a tutti i necessari elementi di protezione e di vantaggio competitivo che il nostro Paese deve saper salvaguardare.

Quali sono le principali sfide che ha posto l’emergenza covid-19 per il vostro settore?
Allo stato attuale è difficile fare delle previsioni per il medio-lungo periodo: siamo certi che ci saranno profondi cambiamenti, sia dal lato dell’offerta, con la necessità di ridefinire intere filiere produttive e, in molti casi, di riprogettare completamente prodotti, servizi, modelli di business e di servizio al cliente, sia dal lato della domanda che, inevitabilmente, cambierà abitudini di acquisto e di consumo.
Nel breve periodo, se consideriamo l’ambito di attività del Cluster Smart Communities rappresentato dai tre “settori di riferimento” (mobilità intelligente e sostenibile, sicurezza digitale e delle infrastrutture, governo dei territori di digitalizzazione e valorizzazione dei dati) possiamo prevedere impatti molto rilevanti su tutti e tre, seppure di tenore differente. La mobilità, durante tutto il periodo di lockdown, ha visto una battuta d’arresto epocale; per effetto del distanziamento sociale ci aspettiamo cambiamenti significativi, sia nel trasporto pubblico (che dovrà adattare il numero e la tipologia di corse), sia nell’utilizzo di diversi mezzi, con un maggior ricorso alla micro-mobilità e alla mobilità lenta per gli spostamenti in città. In ogni caso, tutto il settore della mobilità (ivi compresa la mobilità extra-urbana su qualunque mezzo) dovrà far fronte a rilevanti investimenti per riadattare i propri prodotti e i propri modelli di servizio.
Diverso è il discorso per il settore della sicurezza urbana /fisica e digitale: il Cluster si sta domandando in questi giorni quante competenze dovranno essere re-indirizzate su ambiti di tutela della salute e di supporto ad azioni di tracing per ridurre la diffusione di contagi e, quanto, ciò richiederà anche per questo settore un rinnovo tecnologico e una rilevante capacità di investimento da parte delle imprese coinvolte.
Nel campo della sicurezza digitale, grazie all’ampia diffusione dello smart working e alla necessità di digitalizzazione diffusa e sistematica di alcuni settori (tra cui la PA, la scuola, la sanità e servizi al cittadino), delle imprese e delle persone in generale, ci attendiamo già nel breve periodo una crescita importante dei servizi e dei prodotti disponibili. Prevediamo, inoltre, che il settore sicurezza sarà uno dei più esposti alla necessità di introduzione di innovazioni tecnologiche; su questo il nostro Paese deve prendere decisioni importanti e non rimandare oltre circa l’esigenza di mantenere e sviluppare competenze e capacità di innovazione allo stato dell’arte su un settore di rilevanza strategica.
Per ciò che concerne il terzo ambito su cui lavora il Cluster (governo dei territori, inclusione, servizi al cittadino, valorizzazione dei dati), la speranza è che l’emergenza sanitaria che siamo costretti a vivere possa portare almeno un beneficio immediato: la convinzione profonda e incontrovertibile che un Paese moderno in grado di resistere a grandi crisi non possa in alcun modo prescindere da un elevato livello di digitalizzazione di tutti i propri processi e della propria capacità di interagire e servire i cittadini. Altresì, speriamo che la situazione attuale renda evidente la necessità che le nostre amministrazioni siano dotate di competenze e strumenti adeguati per individuare, analizzare, comprendere e gestire fenomeni, per definire le proprie politiche, per analizzare gli impatti delle stesse, per comprendere veramente i fabbisogni dei cittadini e le modalità per soddisfarli.
In ultimo, poiché il Cluster Smart Communities si focalizza in particolare sullo sviluppo di ricerca e innovazione per la costruzione di Comunità più intelligenti, non possiamo non esprimere una rilevante preoccupazione in merito al fatto che la ricerca rischierà di essere una delle voci di spesa che saranno più pesantemente penalizzate per far fronte alle difficoltà finanziarie, con conseguenze per la competitività dell’intero sistema Paese per gli anni a venire. Le capacità di ricerca e innovazione saranno ancora più di prima un punto chiave per il recupero e il mantenimento del vantaggio competitivo nella completa riorganizzazione di interi settori e nella definizione di equilibri geopolitici del tutto nuovi. Riteniamo, quindi, che si debbano davvero unire tutti gli sforzi affinché ciò non avvenga e il nostro Governo sia abbastanza coraggioso e comprenda la strategicità di mantenere il più alto livello di sostegno a programmi di ricerca e innovazione e alle imprese che investono in questo campo.

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