Edizione 2021: la cooperazione scientifica tra Italia e Cina fa da apripista alla ricerca internazionale

Si è appena conclusa la XI edizione della Settimana Italia-Cina della Scienza, Tecnologia e Innovazione, tenutasi in modalità ibrida, fisica e virtuale, tra i due Paesi, dal 1 al 3 dicembre 2021.

L’evento, nella tradizione ultradecennale di cooperazione scientifica sino-italiana, ha lanciato rilevanti sfide per il futuro. Da un lato, il ministro cinese della Scienza e della Tecnologia Wang Zhigang, ha ribadito l’importanza di proseguire lungo il cammino della neutralità carbonica, in ciò rimarcando il chiaro impegno di Pechino lungo la progressiva riduzione delle emissioni che ha costituito il risultato, certo rilevante ma anche un po’ monco, della COP26 di recente conclusasi nel Regno Unito. Dall’altro lato, Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, ha precisato l’approccio che dovrà guidare ogni partenariato tecnico-scientifico tra i due Paesi: anzitutto l’interdisciplinarità, perché la complessità delle sfide globali richiede risposte che possono essere efficaci solo integrando diversi settori. In secondo luogo, la scienza aperta, per un’innovazione che coinvolga a pieno titolo i cittadini, protagonisti sia nella fase di ricerca che, ancor di più, in quella di applicazione e disseminazione dei risultati.

La centralità della scienza, da sempre cuore del progresso umano, è emersa con maggiore enfasi nell’ultimo biennio, quando la necessità di affidarsi ad essa per superare le inimmaginabili restrizioni legate alla pandemia ha evidenziato la rilevanza di rendere i cittadini consapevoli dei processi scientifici e anche consci dei rischi legati a reticenze immotivate, lontane da evidenze fattuali, cliniche, analitiche.

In tale azione focale è il ruolo dei quasi 50 attori del sistema ricerca ed innovazione dei due paesi che hanno animato la XI edizione della Settimana, a partire dal CNR, dalla Chinese Academy of Science e dall’INFN, per proseguire con tutti gli Atenei e i dipartimenti di ricerca&sviluppo delle imprese che trovano nella cooperazione un incentivo alla propria azione di indagine e comprensione dei profondi misteri e delle promettenti avanguardie del nostro tempo.

Proprio ai misteri che ancora governano il nostro universo è stata dedicata parte della Tavola rotonda organizzata sui temi della fisica delle particelle, sulla scia di quattro importanti accordi di cooperazione tutti siglati dall’INFN negli anni passati con rilevanti istituzioni cinesi. Dallo studio dei neutrini al trasporto di magneti superconduttori nello spazio, dalla materia oscura all’applicazione medica degli esprimenti condotti sulla fisica delle alte energie, la cooperazione sino-italiana ha offerto un rilevante contributo non soltanto alla nostra capacità di comprendere il cosmo, ma anche alla salute dell’uomo.
Dai contributi sui materiali avanzati è emersa la sorprendente varietà di ambiti applicativi nei quali i materiali nanocompositi polimerici esprimono le loro potenzialità, ambiti che spaziano dal settore biomedico alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dalle energie rinnovabili all’edilizia e alle tecnologie dei trasporti. In questo settore che vede la cooperazione tra Cnr e Università del Sichuan per il  laboratorio congiunto sui nanocompsiti polimerimultifunzionali a base di grafene, è emersa un’integrazione sempre più stretta fra ricerca di base e applicata nello dallo sviluppo di queste tecnologie di frontiera.

Del resto, questa cooperazione si nutre di laboratori congiunti come il CI_LAM, sulla manifattura avanzata, istituito nel 2017 e riconosciuto dal governo di Pechino come uno dei due international labs della Belt and Road Initivative. Il nuovo modello manifatturiero deve essere in grado di rispondere alle sfide del clima, per coniugare una maggiore produttività con la salvaguardia del pianeta. Più globalmente, i processi di automazione spinta, dal campo logistico a quello farmacologico, nel determinare un incredibile aumento dell’efficienza, chiamano in causa questioni sociali, non tanto per il ridotto utilizzo di personale, sostituito da robot e algoritmi di intelligenza artificiale, quanto per la necessità di formare nuove generazioni di tecnologi in grado di operare in un contesto sempre più multiforme.

Centrale è stato anche il tema dell’Energia Verde e delle Reti Intelligenti ispirato agli obiettivi comuni dell’Unione Europea e Cina per arrivare a rendere le proprie società carbon free nel corso dei prossimi tre decenni. Due le parole chiave nelle tecnologie presentate: elettrificazione e efficientemente, per una reale transizione ecologica e una progressiva riduzione dell’impiego dei combustibili fossili. Di interesse strategico, è stato il confronto sull’obiettivo delle città verso la neutralità climatica, comune all’Europa e alla Cina, che vede l’uso delle tecnologie, in un approccio interdisciplinare ed integrato, a vantaggio della qualità della vita e della sostenibilità.

A testimonianza della viva relazione bilaterale, anche questa edizione della Settimana ha permesso di sottoscrivere tre importanti accordi scientifici. Si tratta  del Joint Lab sui materiali multifunzionali nanocompositi, siglato tra l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del CNR e lo State Key Laboratory of Polymer Materials Engineering della Sichuan University, che rafforza la cooperazione storica tra le due istituzioni e – attraverso una nuova piattaforma scientifico-tecnologica, di networking, sharing di risorse, conoscenze e infrastrutture – punta a sviluppare un filone di ricerca di frontiera nell’ambito degli materiali avanzati a base di grafene. Sul fronte dell’aviazione green è stato invece siglato il Memorandun di cooperazione tra il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) di Capua (CE) e l’Aviation Industry Corporation of China-Aerodynamics Research Institute (AVIC-ARI) di Shenyang per la realizzazione di una piattaforma di collaborazione per lo sviluppo di progetti di ricerca, visite reciproche e scambi accademici sui temi della green aviation. Infine l’Accordo Italia-Cina sulla costituzione di un Centro Comune di Ricerca sul riciclo e l’utilizzo dei rifiuti agricoli fra l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA) e la Henan Agricultural University  a Zhengzhou dà inizio ad una cooperazione tecnico-scientifica su quattro diverse aree di ricerca relative al trattamento completo e utilizzo delle risorse da rifiuti.

A compendio di tale azione, si sono svolti  44 incontri bilaterali tra 100 player italiani e cinesi, per lanciare le basi di future collaborazione nei campi dell’astrofisica, dell’aerospazio, della robotica e dell’Industria 4.0.

Il futuro dell’umanità si basa sulla capacità di coniugare la transizione digitale con la transizione ecologica, come ha evidenziato durante la Settimana la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza. Si tratta di trasformazioni senza precedenti, per le quali la solidità della scienza è fondamentale e con essa la nostra capacità di trasformare la scienza in tecnologia a beneficio dell’umanità.

Tale beneficio sarà reale solo se riusciremo a ridurre il divario d sviluppo scientifico e tecnologico non solo tra Paesi, ma anche tra diverse aree degli stessi Paesi. Con questo auspicio, i due Ministri hanno chiuso l’edizione 2021 dell’evento, la cui cerimonia inaugurale è stata seguita in Cina da ben trecentomila persone.

Ancora una volta, la Settimana della Scienza, Tecnologia e Innovazione si conferma dunque un  appuntamento fondamentale per favorire la cooperazione bilaterale e di tale successo può essere fiera Città della Scienza che, ancora una volta, per conto del MUR, ha organizzato questo evento.